
Presentazione
Non resisto a non presentarmi con una specie di citazione: sono Mauro, sono uomo, sono laico e antifascista, credo nella cultura e nella tutela dei diritti di tutti, non ho paura di chi è diverso da me.
Perché. E perché con “Pier”.

Ho la fortuna di fare un lavoro che amo. Ho interessi, progetti, passioni, una famiglia allargata. Non sono mai stato iscritto a un partito. Quindi, perché? Perché candidarsi a diventare consigliere regionale?
I nostri mantra
#dirittisulserio
I diritti non sono una questione velleitaria. Neppure oggi. Per cinque anni ho coordinato la Casa dei Diritti del Comune di Milano come volontario. Ho sempre creduto nell’uguaglianza dei diritti tra generi. Nella possibilità per ognuno di scegliere chi essere, chi amare, dello stesso o di altro genere, cosa fare della propria vita e del proprio corpo.
Con la legge sulle unioni civili e con quella sul testamento biologico molto si sia fatto nel nostro paese. Ciò nondimeno molto è ancora da fare, e molti diritti consolidati sono oggi in pericolo. Una legge regionale contro l’omotransfobia, il registro di genere come pratica di civiltà estesa a tutta la regione sono due esempi.
Più in generale, il diritto alla cura è oggi pregiudicato dalla crisi della medicina pubblica e di prossimità. L’accesso tempestivo alle cure è possibile solo a chi può permettersi di accedere alla sanità privata. Il rischio di una transizione della Lombardia al modello USA è concreto e pericoloso.
Un diritto acquisito da tempo come quello all’interruzione volontaria di gravidanza è oggi ostacolato in concreto. E’ un fatto anacronistico e grave, perché può generare situazioni di sofferenza in un momento molto delicato della vita di una donna.
E ancora. La sicurezza sociale è anche questa un diritto. Non è però un tema che riguarda solo la repressione o la dissuasione dalla commissione di reati, ma anche la certezza che il sistema sia realmente efficace nelle azioni di prevenzione e recupero di minori e adulti autori di reato. E’ un tema importantissimo, che ho praticato in prima persona per più di vent’anni della mia vita professionale. Un minore autore di reato che a 14 o 15 anni commette un reato rischia, se viene semplicemente recluso e non riabilitato, di costituire uno spaventoso costo sociale a lungo termine.
#curiamocidinoi
La gestione sbagliata dell’emergenza Covid degli scorsi anni ha lasciato cicatrici profonde. I medici di base in Lombardia stanno affrontando un vero (e forse deliberato?) processo di estinzione. Nei Pronto Soccorso (anche a Milano) è diffuso un fenomeno che è stato battezzato con un nome, il boarding, cioè essere parcheggiati in un corridoio, o in uno stanzone indecoroso per anche più giorni.
Parlando di servizi specialistici si apre un universo di esigenze. A livello neuropsichiatrico, una vasta proporzione di pazienti viene invitata ad accedere al privato. Una valutazione di un bambino con DSA può richiedere un’attesa di anche tre anni.
Mancano interventi mirati a scuola anche adesso che i ragazzi rientrati dal Covid manifestano difficoltà enormi e una fuga generalizzata in un mondo virtuale cui hanno accesso ma che non sanno gestire come credono.
Manca l’assistenza psicologica dove più servirebbe, ovvero nei settori socialmente e culturalmente più disagiati socialmente e culturalmente e manca anche in settori critici come la riabilitazione, l’oncologia pediatrica, la PMA.
C’è molto da fare.
Questioni aperte in Lombardia
La Lombardia sta creando una sanità sempre più simile al modello statunitense e delle nazioni anglosassoni.
Fino a pochi anni fa la sanità lombarda era, come ancora è, un’eccellenza. Oggi, tuttavia questa eccellenza è disponibile in tempi e modi accettabili solo a chi è in grado di pagare una visita privata o un intervento urgente.
Non vi è dubbio sul fatto che durante e dopo il periodo del Covid abbiamo assistito a un fallimento eclatante del “modello Lombardia”.
Abbiamo visto il governo della sanità gestito da Fontana e Gallera precipitare in una sequenza impressionante di decisioni fortemente discusse, dalla tardiva messa in sicurezza delle aree a rischio, a quanto ha portato alla carenza iniziale di mascherine, tamponi e reagenti, al tragico collocamento dei contagiati nelle RSA. La Regione Lombardia ha sulle spalle responsabilità politiche, morali, forse anche penali enormi. Non è possibile non tenerne conto.
Oggi le evidenze del degrado della sanità lombarda sono almeno tre: la carenza dei Pronto Soccorso, passati da 782 a 410 in pochi anni. Il parcheggio dei pazienti in PS fino a 5 giorni è diventata una realtà così comune da dare perfino origine a un termine nuovo, il boarding, per definirlo.
La crisi della medicina di base e di prossimità è connessa all’indegno teatrino delle Case di Comunità inaugurate da Letizia Moratti con medici di base insufficienti o non diverse dai presidi territoriali già esistenti (inchiesta Report del 5/12/22).
Attualmente i medici di base in Lombardia hanno un rapporto medico-paziente passato da 1:1000 anche a 1:1800. Il tutto per occultare una carenza che si trasforma in tempi ridotti di visita e in qualità degli interventi sempre più difficile da garantire. Gli ambulatori chiudono a ritmo di quasi 1.000 all’anno, circa il 10% dell’intera platea, lasciando senza soluzione il grave problema dell’assistenza di prossimità che al momento vede solo sulla carta la sostituzione del presidio garantito dagli MMG in affanno con le Case di Comunità. In più nei prossimi sei anni si prevede che la carenza di medici di base possa salire a 26.000 in virtù dell’errata previsione del fabbisogno.
E’ urgente correggere immediatamente la richiesta di medici di base, e, laddove sia incluso nelle case di comunità, l’apporto sinergico dei MMG tra loro e con le figure professionali ausiliarie, come quella dell’infermiere, del fisioterapista, dell’odontoiatra e dello psicologo.
In tutto questo la drammatica situazione delle neuropsichiatrie infantili e la chiusura dei consultori si affianca a importanti temi di diritto come la reale, concreta, dolorosa difficoltà nella reale applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
1. Umanizzazione delle cure nei contesti più critici
2. La psicologia sostenibile
3. Dalla certezza della pena alla certezza della riabilitazione
4. Il patentino per TikTok e Instagram
5. Sostegno alle scuole, sostegno a scuola
6. Genitori separati, genitori ancora
7. Un patto per le professioni in Lombardia
Eventi
31 GENNAIO/3 FEBBRAIO 2023 – ore 21.00
BENE COMUNE. RIFLESSIONI SUL CONTRIBUTO DELLE PROFESSIONI A UN FUTURO SOSTENIBILE.
I medici, ma anche psicologi, ingegneri architetti, infermieri, commercialisti, tutti i professionisti riconosciuti in Italia da una legge hanno una funzione pubblica. Rappresentano anche quelle competenze appoggiate alle conoscenze scientifiche che sono motore di innovazione e sviluppo e costituiscono una delle risorse fondamentali di una nazione evoluta.
L’etica e l’attenzione al bene pubblico che contraddistinguono i liberi professionisti declinano la loro presenza nella società e prongono riferimenti concreti alla quotidianità di un’epoca di transizioni e di frontiera.
Proponiamo una riflessione che rappresenta l’inizio di un tavolo permanente, nella regione in cui i professionisti sono più numerosi.
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